Un progetto fotografico su Miss Doretta
Ho sotto gli occhi l’intervista alla filosofa spagnola Beatriz Preciado che, al pari di Freud con la cocaina, Michaux con la mescalina o Benjamin con l’hashish, ha fatto del suo corpo un campo di sperimentazione sottoponendolo a massicce dosi di testosterone.
È lucida Beatriz nelle sue analisi e non potrebbe essere altrimenti. Si è formata con Jaques Derrida, uno dei massimi studiosi di Michel Foucault e Judith Butler, la teorica del movimento queer. È figlia di un nuovo femminismo post-porno, punk e transculturale. Ci spiega che la migliore protezione contro razzismi e violenza di genere non passa attraverso la censura normativa di comportamenti ma mediante il riconoscimento vero (e non di facciata) di un potere economico e politico a donne e minoranze migranti. Allo stesso tempo, il miglior antidoto contro la pornografia dominante non è la censura, ma la produzione di rappresentazioni alternative della sessualità, fatte da prospettive divergenti dallo sguardo normativo. L’obiettivo di evitare le discriminazioni non è raggiungibile con un insieme di regole che sancisca una indefinita e generica parità giuridica, bensì smantellando i dispositivi politici che producono le differenze di classe, di razza, di genere e di sessualità.
E “Miss Doretta”? é il caos necessario.
Ninni Donato