18•19•21•25•28 LUGLIO 2018 @ECOLANDIA

Stefano Milazzo

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FOTOGRAFIA

After 20th

21 luglio

Nel 1907 Alois Alzheimer scopre una patologia, questa provoca una demenza degenerativa progressivamente invalidante. A poco a poco le capacità mentali basilari vengono perse e le aspettative medie di vita dopo la diagnosi sono dagli otto ai dieci anni. Nel 2006 vi erano 26,6 milioni di malati del morbo di Alzheimer in tutto il mondo.

Questa storia è stata realizzata a Marsala, dal 2015 al 2016, a casa di Maria che ha curato sua madre Angela malata del morbo di Alzheimer per circa 20 anni.

In Italia, più di un milione di persone soffrono di demenza. In tutto il mondo, ad oggi, le persone che ne soffrono sono arrivate ad essere più di 44 milioni, circostanza questa che rende la malattia una crisi sanitaria globale che deve essere affrontata.
Il morbo di Alzheimer cambia sicuramente la vita delle persone colpite, ma soprattutto cambia la vita delle loro famiglie. Angela ha convissuto per 20 anni con questa malattia e la figlia non ha mai smesso di prendersi cura di lei fino alla fine. Per 20 anni ha visto sua madre degenerare giorno per giorno. Per primo, la malattia ha iniziato a colpire la memoria, quella breve, non facendo riconosce ad Angela più i suoi cari e facendogli rivivere attimi, momenti di vita passati, della sua infanzia come se il morbo avesse scavato nella sua mente spazzando via una parte di memoria rievocando ricordi archeologici. I sintomi dell’Alzheimer nella fase iniziale possono essere minimi, tuttavia, peggiorano quando la malattia provoca maggiori danni al cervello.

Poi il morbo ha continuato a farsi strada rendendo, giorno dopo giorno, Angela un vegetale. Un percorso durato anni, in continua discesa per Angela (in caduta libera), ma in salita ripida per sua figlia Maria che ha visto trasformare sua madre da essere pensante a solo essere vivente.
Attualmente, non esistono trattamenti per fermare la progressione del morbo di Alzheimer. Alcuni farmaci possono aiutare temporaneamente a migliorare i sintomi della demenza aumentando i neurotrasmettitori nel cervello. Negli ultimi trent’anni la ricerca ha fornito una cognizione più approfondita su come il morbo colpisce il cervello. Oggi, i ricercatori continuano a ricercare una cura, nonché i modi di prevenire il morbo e migliorare la salute del cervello.

Una salita tanto ripida da sfinire ogni giorno Maria come in una tortura cinese che non intacca soltanto il corpo fisico ma anche quello mentale; un pensiero fisso, 24 ore su 24, che non dava un attimo di tregua e che le imponeva di vivere in un continuo compromesso tra le necessità della madre e le necessita della propria famiglia. Si perché l’Alzheimer fa anche questo, quando arriva è come uno tsunami che travolge non solo chi lo ha, non solo chi lo cura ma anche chi ruota attorno alla vita di queste persone. Una angoscia costante, durata vent’anni fino a quando, Angela, finito di lottare, ha donato nuovamente la libertà a Maria lasciando quello che resta di una malattia che è durata vent’anni, farmaci, medicine e tanto vuoto dentro.

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