18•19•21•25•28 LUGLIO 2018 @ECOLANDIA

Arte&Sosteniblità di Alessandra Gattuso

Facefestival- Ecolandia. 1.6.10 Agosto 2014

Per tutti gli anni ’70 l’arte concettuale, oltre a rappresentare una critica ai linguaggi tradizionali, si è evoluta verso l’elaborazione di una nuova cultura che prevede e comprende nella propria pratica una responsabilità sociale. Per tutto il Novecento, l’interdisciplinarità nell’arte ha accompagnato una ricerca di segni e significati che uniscono e sottendono le arti. Il rapporto tra arte, architettura, fotografia, ambiente si fa sempre più sottile. Questi sistemi sono dotati di segni dalle forme e dai contenuti riconducibili ad una grammatica comune e, in questa osmosi o liquefazione delle barriere convenzionali l’arte si fa progetto, accumunando l’artista, l’architetto, l’artigiano ecc. Data quindi la commistione tra differenti linguaggi non è un caso che teorici e critici abbiano iniziato a parlare non più di “arte” ma di “pratiche estetiche”. La collaborazione interdisciplinare contemporanea va ben oltre i confini delle arti visive, fino a toccare altri ambiti che poco hanno a che vedere con l’arte, diventando critici in qualche modo verso linguaggi specialistici e troppo chiusi nella loro area. L’arte acquista una funzione inedita, quella di irrompere in territori che non le sono propri, compiendo incursioni per aprire le diverse discipline a un campo potenziale di scambi percettivi e di apprendimento e offrendo soluzioni e sguardi trasversali. Si intuisce così come le classificazioni eccessivamente rigide impediscono l’acquisizione di nuove conoscenze necessarie per comprendere il mondo intorno a noi. L’interdisciplinarità in campo artistico appare quella che esplora la rapida e tumultuosa evoluzione dei linguaggi nella sfera pubblica, un ambito che richiede, sempre più competenze interdisciplinari e interculturali. 

Uno dei temi di maggior interesse nella nostra cultura contemporanea è legato alle questioni ambientali.  La crescente sensibilità degli artisti per l’ambiente ha determinato un’evoluzione, nel tempo, delle opere, che da pure affermazioni sul piano metaforico, azioni dimostrative e di denuncia ambientaliste, sono diventate sempre più spesso dei progetti di intervento nel territorio, accompagnate dall’ambizione di partecipare alla soluzione di problemi legati a contesti specifici. Il ruolo dell’arte come prassi critica di riflessione sul mondo e sulle sue problematiche innesca processi di responsabilizzazione sull’importanza della situazione ambientale, toccando una serie di tematiche che vanno dalle fonti energetiche non rinnovabili, alla crisi ecologica dovuta all’inquinamento e al surriscaldamento del pianeta. Il problema ecologico non viene delimitato solo a una questione ambientalista ma viene analizzato nelle sue molteplici implicazioni filosofiche, psicologiche, ambientali, economiche e sociali. Sottolineando il ruolo catalizzatore dell’artista, l’ecologia travalica nel binomio natura-cultura.

Lo sviluppo sostenibile, promosso da un numero continuamente crescente di teorie e movimenti, è un processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di progresso ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello locale che globale. Tale processo lega quindi, in un rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica e sociale, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri. In questo senso la sostenibilità dello sviluppo è incompatibile in primo luogo con il degrado del patrimonio e delle risorse naturali (che di fatto sono esauribili) ma anche con la violazione della dignità e della libertà umana, con la povertà ed il declino economico, con il mancato riconoscimento dei diritti e delle pari opportunità.

L’interesse degli artisti per l’ambiente coincide con un discorso politico e genera, in alcuni casi, pratiche di dissenso: l’arte si fa portatrice di modelli culturali e relazionali diversi, si fa catalizzatore di una trasformazione responsabile della società.

L’arte, espressione primaria della creatività, assume responsabilità sociale, divenendo parte attiva nella costruzione di una nuova civiltà a dimensione planetaria. Per attuare questa trasformazione, serve l’impegno dell’intera collettività, a partire dagli intellettuali e dagli artisti, chiamati ad esercitare la loro libertà fino a tradurla in responsabilità pratica. (cit. Michelangelo Pistoletto)

L’impegno intellettuale si deve tradurre in produzione di nuovi valori, assumendo una nuova etica sociopolitica e fornendo vari modelli da imitare. I sistemi politici si dimostrano insufficienti nell’affrontare i grandi problemi del nostro pianeta, quindi credo fortemente nelle azioni degli artisti, che devono stimolare la coscienza umana per una “mobilitazione collettiva”.

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di “attivismo artistico” con riferimento a quelle pratiche artistiche che attraverso una moltitudine di canali di diffusione e di metodi operativi, affrontano questioni di valenza politica con spiccata attitudine interdisciplinare.

Alcuni artisti si stanno distinguendo per l’adozione di pratiche finalizzate alla riduzione degli impatti ambientali attraverso l’utilizzo di materiali naturali, deperibili o riciclati. Allo stesso tempo un numero sempre più vasto di fotografi video artisti e artisti multimediali sta orientando la propria ricerca verso la denuncia di comportamenti sociali dannosi per l’ecosistema. Tutte queste opere, non mirano a una risoluzione del problema, ma forniscono sguardi e punti di vista alternativi sulla realtà contemporanea. Altri artisti si collocano apertamente sulla scia della land art, manifestando un’attenzione precisa per le forme e i movimenti della natura. Ci sono lavori che sfruttano metodi d’inchiesta giornalistica, altri ancora che trattano temi ambientali portano avanti una ricerca di natura antropologica. Vi sono artisti che si relazionano direttamente col pubblico proponendo nuove strategie per uno sviluppo sostenibile, altri invece portano avanti vere e proprie  battaglie ecologiche. Ci sono lavori che si intrecciano direttamente con la scienza, altri che dialogano con l’architettura e il design sostenibile. Non vanno trascurati tutti quei lavori che, pur non affrontando dinamiche legate alla crisi ambientale (surriscaldamento globale, inquinamento, dissesto idro-geologico, impoverimento delle risorse primarie) si muovono in un’ottica di “ecologia mentale”, mettendo alla luce quelle situazioni, deformate dal filtro della comunicazione in generale tipica dell’ informazione pubblica. Vi è una sostanziale libertà stilistica  e operativa, svincolata dall’utilizzo di forme espressive rigide.

Svincolando gli ecologisti dall’immagine di una élite innamorata della natura, l’ecologia diventa una delle principali scommesse politiche ed etiche della nostra epoca.

Alessandra Gattuso

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