Per parlare dei ciclopi ho necessità di introdurre l’idea di mostruosità.
Il mostro, in una delle tante definizioni correnti, è la personificazione delle forze cosmiche, sociali o spirituali non ancora imbrigliate all’interno di un ordinamento razionale; oppure è ciò che irrompe dall’esterno, dall’alterità nell’ordine umano, e che perciò si presenta con fattezze ultraumane o subumane. Esso è comunque una minaccia, un sovvertimento, anche se non sempre connotato negativamente (esistono anche mostri benigni o che trascolorano nel meraviglioso… mi vengono in mente gli angeli della tradizione cristiana o i mutanti supereroi dei fumetti post-bellici americani, entrambi funzionali e necessari alla nostra quotidiana lotta al male…!!!).
Modificando il punto di vista, il mostro rappresenta l’invasione dello spazio intermedio che separa l’umano dall’ultraterreno-divino e dall’animalità.
Ciò che è comune a tutti questi concetti è che il mostro è comunque concepito come una rottura dell’ordinamento supposto naturale, quello stabilmente dato e perciò in qualche modo conoscibile e controllabile. Angoscia, terrore e ribrezzo accompagnano la nostra reazione a questa rottura, assieme all’attrazione e persino a una seduzione estetica. Anche perché esso rappresenta spesso uno spazio simbolico, oltre che una dimensione interiore incontrollabile e inquietante: un mondo rovesciato, un’attrazione onirica del vuoto. Ciò che unifica la serie delle mostruosità immaginate e sedimentate nella nostra fantasia nel corso dei secoli da queste proiezioni psicologiche è insomma il mondo dell’inconscio che reagisce all’eterna paura dell’altro, alla paura del non conosciuto. Tradizionalmente il mostruoso riguarda l’informe, il deforme, l’ibrido e la chimera.
Nella contemporaneità il mostro è generato anche dall’uomo, non è più solo il prodotto di una rottura dell’ordine naturale proveniente da un altrove com’era stato in passato, ma assume valenza di simbolo sociale e necessario superamento delle semplificazioni e delle esorcizzazioni legate al mito. Oggi egli perde la sua abilità di artigiano infaticabile costruttore delle saette di Zeus, e quindi artefice ed espressione del suo potere, divenendo il viaggiatore, la cartina di tornasole, delle stratificazioni, delle sovrastrutture e delle mistificazioni insite nella complessità della nostra società.
Angela Pellicanò
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