Filippo Malice è nato a Reggio Calabria nel 1971. Vincitore di concorso, ha insegnato nelle Accademie di Belle Arti di Catania, Roma, Frosinone, Napoli e Sassari. Attualmente è Docente Ordinario la Scuola di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Il suo iter artistico ha cominciato a definirsi ben presto, già dalla fine degli anni ’80, orientandosi nella realizzazione di sculture -per lo più in metallo- ottenute tramite il sapiente assemblaggio di materiali di scarto provenienti da officine meccaniche o discariche: bulloni, cerchioni, viti, ingranaggi vari e quant’altro potesse servigli per realizzare i suoi personaggi fantastici. Un mondo onirico, popolato da personaggi tratti dalla leggenda e dal mito. Nelle prime esperienze scultoree l’artista evidenziava volutamente l′elemento grezzo dei suoi objet trouvé (anche per sottolineare l′umile provenienza dei singoli rottami che componevano questi personali ready-made assemblati in modo tutt’altro che casuale). In un secondo momento Malice ha riservato una particolare attenzione all’elaborazione di una particolare patina ricoprente con valenze estetiche non di rado anche pittoriche. Un momento importante del suo percorso artistico è rappresentato, a partire dalla metà degli anni ’90, dalla realizzazione di installazioni in cui ha affiancato all’allestimento scenografico delle sue sculture in contesti architettonici storici (In Dies, Vitulano 1998) o moderni (Il volo di Psyche, Italsider, Bagnoli 1998) l’uso di colonne sonore ad hoc. Dalla seconda metà degli anni ’90 ha allargato i suoi interessi all’arte digitale. Nel 2003 realizza un suo progetto e fa nascere la Scuola di Scultura Sperimentale dell’Accademia di Belle Arti di Sassari, chiamandola L.A.B.1, all’interno della quale crea una galleria di Arte Contemporanea denominata OPEN BOX (Contenitore di idee). A seguito del suo trasferimento presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria prosegue il suo progetto fino a quando decide di trasformare la Scuola Sperimentale in un gruppo artistico, il L.A.B.1., che ha come specifica peculiarità la realizzazione di opere d’arte tramite l’uso esclusivo di materiale di recupero. In collaborazione con il L.A.B.1 ha realizzato nell’ultimo decennio varie installazioni tra cui il “Barone rosso” al MU.SA.BA. di Mammola, il “Minotauro” ad Ustica e, di recente, la monumentale “Atena” per l’Aeroporto dello Stretto e “Riflessi” all’Osservatorio sulla ‘Ndrangheta di Reggio Calabria. Nel 2004 è stato per un mese artist in residence in Australia (Perth). Tra le recenti esposizioni la partecipazione al Padiglione Calabria della 54a Biennale di Venezia con l’opera “Centauro”. Sue opere figurano in prestigiose collezioni pubbliche e private italiane ed estere.