Franco Paternostro è nato a Cosenza (Calabria – Italia), dove vive e lavora. Sin dalla sua giovinezza ha mostrato grande interesse per l’arte, iniziando i suoi primi studi sul concetto di forma, sperimentando le peculiarità che prende in esposizione artistica.Dopo aver trascorso molto tempo in un’arte, l’arte orafa e l’arte gemologica più sofisticata e sostanzialmente più raffinata e meticolosa, continua lo studio nelle arti visive e dirige la sua attenzione sui meticolosi esperimenti di materia e materiali. Il suo gesto artistico lo mette immediatamente nel settore informale, poiché lo stesso artista, in diverse interviste, ha affermato che – la sua arte risponde alla sua necessità interiore perché vive profondamente, come uomo e artista, i problemi di questa Contemporaneità, quindi Molto difficile dare una rappresentazione in termini formali e classici -.L’arte di Franco Paternostro si basa su più piani di lettura: dall’informale al concettuale, dal rigore al metamorfismo, pronto. Certamente, qualunque sia il settore a cui può essere confrontato, il suo gesto artistico resta unico ed originale. Sembra apparentemente strano attribuire ad un artista la nostra diversa contemporaneità, la sua specificità, un’identità unica e un marchio di identità. Tuttavia, se riflettiamo sulla stessa caratterizzazione dell’arte che Duchamp stesso cerca di sottolineare, che ogni oggetto o soggetto può perdere la sua funzione primordiale e attraversol’intervento artistico può diventare un’altra cosa, lo stesso artista dovrebbe essere motivato ad esprimere la propria Sensibilità sempre e comunque in modo molto personale, salvo nel caso di multipli.Le sue lacrime di materia, anche se partendo da materiali quasi eterei, implicano implicitamente un gesto deflativo e devastante di un corpo fisicamente concepito ma intimamente devastato. L’uomo diventa carne e nella sua carnalità subisce un processo di trasformazione metamorfica. Quindi, dalla sublimazione poetica della concezione del lavoro, Paternostro si riferisce ad una lettura chiara e introspettiva, in cui le lacrime possono attingere alle ferite dell’anima dei “non amati”: così come i momenti evangelici della luminosità e della serenità. La lotta eterna tra il bene e il male in cui ogni pubblico è libero di scegliere il percorso interpretativo che crede meglio …