TRA SPETTACOLARITA’ E BELLEZZA
Studio Azzurro, è il primo gruppo attivo in Italia dal 1982 che ha come obiettivo quello di un utilizzo dell’arte tramite i nuovi sistemi tecnologici. un nuovo modo di guardare all’arte contemporanea .il gruppo milanese ama definirsi più un “progetto”,si ispira alle botteghe rinascimentali ed utilizza i nuovi strumenti preservando quel legame con l’antica bellezza che caratterizza i più grandi. Quì ricerca artistica e tecnica si integrano rafforzandosi.Recentemente una loro opera ha fatto tappa a Reggio Calabria, presentata al Face Festival2 che si è tenuto al parco Ecolandia dal 1 al 4 agosto ed anno pensato di aprire le porte a questo mondo sempre relegato ai margini delle riflessioni teoriche,dettato dagli inamovibili clichè con cui ci hanno abituato a rivolgerci ai palinsesti televisivi. la loro perfomance è stata uno degli eventi di punta non solo della rassegna in se ma della vita artistica calabrese. Di solito la presentazione delle loro opere è sempre relegata a manifestazioni,convegni e festival a cui partecipano sempre dei fruitori che potremmo dire d’elitè. “il combattimento di Ettore e Achille”,video sincronizzato del 1989, è stato presentato da una breve presentazione di Stefano Roveda socio dello studio dal 1995. Installazione sincronizzata per due schermi creata sulle musiche di Giorgio Battistelli,nata originariamente come opera teatrale la cui struttura narrativa è divisa in sei blocchi; rinuncia alla componente scenografica utilizzando le immagini video per sottolineare quella drammatica. nel prologo e nell’epilogo si evidenziano la presenza narrante dei suoni tattili ed arcaici. un doppio punto di vista per affrontare il poema omerico,dove si mescolano l’esperienza del naturale con l’immateriale,il segno teatrale con quello cinematografico,i suoni arcaici dell’arpa e delle percussioni con le immagini elettroniche…il mito con la quotidianità. studio azzurro da sempre impegnato nella ricerca dei linguaggi delle nuove tecnologie,nel tentativo di rifondare una “nuova” concezione dell’arte. Il gruppo è formato da Paolo Rosa(cinema e arti visive),Fabio Cirifino( fotografia),Leonardo Sangiorgi (grafica e progettazione) e Stefano Roveda (ricerca e tecnologie interattive)a cui si affiancano oltre venti collaboratori.
Agli albori la loro formazione avviene dall’esperienza degli studi sulle immagini. La loro prima formazione nel contesto dei media si ritrova nei loro lavori,anche se in modo molto celato. Il contesto storico in cui ci troviamo è quello degli anni 70’ e anche in Italia si inizia ad esplorare l’universo video. si capisce che può essere un importante esperienza pioneristica. parlando della nascita del video non si puo non parlare del Laboratorio di comunicazione militante di cui faceva parte §Paolo Rosa§. Pubblicano nel 1977 il libro “L’arma dell’immagine”,risultato dei loro studi sui meccanismi della menzogna dei media,della manipolazione delle informazioni tramite le immagini. la nascita del video aveva generato una tendenza documentaristica e artistica, si avallavano delle teorie su un uso artistico della televisione;c’erano infatti dei programmi tv sperimentali in diretta,da non dimenticare anche la nascita di un canale di distribuzione indipendente che segna questa stagione del video italiano di controinformazione. Dopo quest’esperienza militante ,ci fu una sorta di riflusso. Il video militante fu costretto a scomparire con censure e il riflusso verso il privato fu breve e venne assodato negli anni 80’. In questo periodo lo Studio si dovette misurare con il contesto sociale milanese. Da quì il loro primo lavoro su commissione del 1982 “Luci D’inganni”. Chiamati ad allestire una mostra per un gruppo di Design. Da quì l’idea dell’utilizzo dei monitor televisivi che permettevano di mettere in mostra gli oggetti,permettendo il movimento facendo in modo che l’immagine dell’oggetto è più reale dell’oggetto in se. Da qui l’idea del rapporto tra Reale e Rappresentato rea NAturale e Artificiale.
L’ambito applicativo della loro ricerca spazia da installazioni interattive a opere teatrali e include percorsi museali ad alto contenuto tecnologico( da visitare il museo della resistenza di Sarzana, nda). Ribaltano una concezione largamente diffusa,si rinuncia alla centralità dell’artista per coinvolgere il pubblico in un processo partecipativo. ogni loro opera è pensata come un evento,un luogo dove intrecciare liberi percorsi narrativi liberi,dove lo spettatore è invitato a costruire un proprio percorso di senso in un rapporto tra naturale ed artificiale tra reale e immaginario. Sensibilità dell’artista,dello spettatore e dell’opera, sono per la prima volta inserite in un flusso relazionale che tende ad abbattere confini fisici e mentali. il processo artistico si fonda sull’analisi e la rielaborazione del passato con l’intenzione di suggerire visioni sul futuro mettendo in discussione lo stesso termine di contemporaneo.