di e con Ernesto Orrico con la partecipazione di Mattia Argieri (macchine) e Flavia Lisotti (voce).
01/08/2014
<<L’autore è Ernesto Orrico, attore, autore e regista teatrale cosentino, che ha sottoposto a trattamenti particolari dieci frammenti di scrittura a suo tempo pubblicati sul periodico “Fatti al Cubo”. Dieci monologhi, testi registrati e affidati a ciascuno a dieci musicisti diversi, senza alcun vincolo che non fosse la loro libera espressività. Tante forge per un’unica officina finale. Ne sono nate dieci tracce, per nulla slegate nonostante la natura eterogenea delle rispettive genesi, che compongono “The Cult of Fluxus”, pubblicate solo in digitale e ascoltabili sulla piattaforma musicale Soundcloud. Ispirato dall’esperienza del gruppo artistico neodadaista Fluxus degli anni 60, il lavoro di Orrico, annunciato dal singolo e video “Rinunciare alla fine”, rivendica l’interdisciplinarietà e lo sconfinamento delle forme artistiche.>>
Gianluca Veltri, Il Quotidiano della Calabria
<<Un flusso di coscienza che scende giù vorticando e svuotandosi come una vasca piena d’acqua a cui è stato tolto il tappo. Associazioni mentali, giochi di parole, ironia, pensieri in metrica, Orrico dà vita a una narrazione ipnotica che sembra quasi di udire recitata a voce alta, un dialogo interiore in cui il lettore cerca di riflettersi, anche se in maniera distorta e poco netta, come nel riflesso di un vetro deformante. (…) Ironica e amara al tempo stesso, la narrazione di The cult of fluxus lascia percepire storie di ordinaria calabresità che non sempre hanno un’interpretazione univoca ma che al tempo stesso non è difficile far proprie. Il testo è suddiviso in venti paragrafi, tutti con lo stesso ritmo serrato, venti flussi di coscienza in cui si toccano gli argomenti più disparati, magari con dei semplici accenni che si disperdono subito dopo in una nebulosa di stilemi.>>
Enrico Miceli, Cronache del Garantista
<<Orrico si è divertito a disorientarci e a ribaltare continuamente i punti di riferimento.
Nel libro (pubblicato per i tipi di Edizioni Erranti, prefazione di Elena Giorgiana Mirabelli e postfazione di Daniela Ielasi) Orrico presenta 20 “flussi” in altrettante pagine – il singolo testo non supera mai una facciata – e vomita sfoghi più che riflessioni articolate, frasi ellittiche, molti calembour – altra figura retorica cui l’autore è dedito da ben prima che Spinoza e Lercio propalassero satira social di qualità – e reiterate allitterazioni. Sembrano riunioni a due di autocoscienza davanti a uno specchio immaginario, con l’armamentario di chi ama così tanto la parola e le sue infinite possibilità da farla esplodere e deflagrare in tutte le direzioni possibili, specchio compreso. Che spesso, infatti, si frantuma. Era la sensazione che balenava quando, qualche anno fa, aveva inaugurato una serie di video-messaggi, flussi anche quelli, affidati al web. Allora c’erano i temi politici poi frequentati in “A Calabria è morta” (2009), e adesso tornano: «C’è stato un momento in cui il conflitto pareva inevitabile» (flusso numero 7).
Ma nel 2014 l’impegno della militanza è imploso in una tendenza più intimistica ma disillusa, quasi canzonatoria: «Nella vita ci vuole cuore. Ci vuole culo. Ci vuole culto» inizia ad esempio il flusso numero 16, e dopo luoghi comuni («Nella vita ci vuole coraggio») abbattuti nel momento stesso in cui vengono citati e, naturalmente, divertissement semantici o paradossi («Memorie… piene di vuoto») ecco che tutto si tiene e si chiude con il nichilismo: «Nella vita ci vuole». Stop.>>
Eugenio Furia, Corriere della Calabria
https://soundcloud.com/thecultoffluxus