‘Un lavoro magnifico che mette in luce diversi “paradossi” (per l’appunto): 1- La tecnologia che non procede con l’invecchiamento dei soggetti ma bensì, col tempo, diventa sempre più “giovane”. 2- I graffi scorrono in verticale mentre le immagini in orizzontale. Di fatto tutte le immagini elettroniche non scorrono bensì pulsano continuamente nella loro invisibile fissità. la 3 è che nel video in verità nulla invecchia per davvero. Ottimo come sempre, mi hai illuminato la serata’ Giuseppe Colonese
‘ …bellissimo, inquieto, di una tempestosa dolcezza. Una grandine di emozioni accompagna il fluire delle immagini, che sono come le lacrime di un’ostrica dischiusa, i giorni della nostra vita che si sono arresi senza darci un istante per giustificarci. Un lavoro maestoso che equivale a una sinfonia, al rumore sordido e muto di un sasso che rotola e solleva una polvere che tutto copre.Dunque, per questa tua prova estrema, io invoco un’evangelica carità…: potessimoalmenosperarecheungiornoqualcunodinoivinceràchealmenoaffiorassedalgorgodiciechibaglioriecidicessechisiamo…’ Gianfranco Labrosciano
Frame del video “The Memory Paradox” (2014), di Orazio Garofalo